Siamo nel 1968 e interpretiamo un goffo Big Daddy. Nome in codice: Soggetto Sigma. State avvicinandovi al Minerva’s Den di Rapture, dove è custodito il Pensatore. Improvvisamente, la vostra lenta ma metodica avanzata è fermata dalla detonazione del corridoio in cui state deambulando, finendo sommersi da tonnellate di acqua salata e detriti metallici. La fine sembra essere giunta inesorabile.
Tempo dopo vi svegliate tra le macerie, scoprendovi miracolosamente in vita e ancora operativi. Vi liberate dalle pesanti travi sotto di cui siete stati sepolti vivi, iniziando a spostarvi sul fondale oceanico. Una voce radio raggiunge le vostre ancora assonnate orecchie. E’ quella di Charles Milton Porter, artefice di quello stesso Pensatore che ha indirettamente causato il vostro quasi decesso: una macchina tecnologicamente avanzata capace di fungere da cervello pensante e calcolatore per l’intera Rapture. La richiesta dell’uomo è semplice: portarlo fuori da una città ormai fuori controllo, e condurre al sicuro insieme a lui anche l’elaborata intelligenza artificiale.
Minerva’s Den offre tutto il fascino e la grandezza delle ambientazioni che hanno reso grande il franchise. La rovina, il degrado, il protagonismo dell’acqua, l’annichilimento dei valori e della morale, l’incancrenimento di una società utopica: ogni centimetro digitale è imbevuto di questi fatiscenti pilastri di Rapture.
Valutazione: 7.5/10