Il titolo Dynamighty è prima di tutto un platform bidimensionale con livelli suddivisi in stanze adiacenti strutturate su uno o più piani orizzontali. Come in ogni spy-story che si rispetti, ciascuna roccaforte pullula di sentinelle armate fino ai denti, dalle quali è necessario svicolare per giungere al computer di fine percorso, stabilizzare il DEFCON e completare quindi lo stage con successo. Prima d’iniziare la missione, sarà possibile equipaggiare il protagonista con un massimo di quattro armi da fuoco, sbloccabili man mano durante l’avventura tramite raccoglimento di particolari cianografie e successivo acquisto dal menù principale, nonché assegnare fino a tre formule speciali, anch’esse da raccogliere in gioco e utili a incrementare specifici valori stealth. Nonostante i buoni propositi, le sezioni in cui è praticamente impossibile applicare un approccio ragionato sono invero molto frequenti. Non senza un velo di disappunto, segnaliamo che la componente TPS rappresenta una fetta dell’offerta molto più corposa di quanto si possa pensare. È più convincente il lato esplorativo della produzione. Come detto, collezionare quante più formule, cianografie e dossier possibili sarà una pratica decisiva per aumentare le proprie capacità tattico-offensive nonché guadagnare denaro utile all’acquisto di nuove apparecchiature per gli scontri a distanza. Andare a caccia di casseforti, armadietti e postazioni da manomettere consente di setacciare i livelli in lungo e in largo, impresa che, secondo quanto spiegheremo nelle prossime righe, consente di apprezzare il comparto artistico dell’opera in tutto il suo splendore.
C’è tanto citazionismo cinematografico alla base di CounterSpy e completa il tutto una splendida colonna sonora jazzata, dove note nerissime s’intrecciano nel creare un sottofondo tra il misterioso e il sensuale, tipicamente da Bond-movie anni Sessanta.
Valutazione: 6/10