La trama di Killer is Dead è tra le più spezzettate e confusionarie che si siano mai viste. Killer is Dead getta il giocatore in un mondo senza senso, un misto tra fantascienza, attualità e fantasy frullato e buttato a casaccio in un piatto, dove tutto è possibile. Incontrerete alieni, vampiri, fantasmi, e unicorni luminescenti, in un’ambientazione tra le più bizzarre mai concepite. Poi arriverete alla fine, e vi renderete conto che nella trama ci sono buchi enormi, e che in generale non vi sono stati dati i mezzi per capire con precisione tutto ciò che è successo.
L’unica reale base di cui dovete tenere conto per avanzare è l’identità del protagonista, Mondo Zappa, un killer professionista recentemente entrato a far parte della squadra di esecutori di Brian. Si tratta di un ufficio governativo controllato da un simpatico cyborg, e specializzato nell’eliminazione di individui veramente pericolosi e di Wires, mostruosità mutate a causa dell’energia maligna che pervade il creato. Da lì dovrete affrontare una serie di uccisioni divise in capitoli, affidate al vostro gruppo da più clienti.
Le missioni Gigolò sono uno dell’elemento peggiore del gioco Grasshopper. Una volta partita la conquista, infatti, dovrete solo fissare le parti intime della vostra interlocutrice mentre non vi guarda, per far salire sangue al cervello e poterle dare un regalo. Una volta riempita la barra dell’affetto a forza di omaggi, vi apparterete con lei e otterrete il bonus desiderato.
La musica per fortuna cambia sostanzialmente quando si passa al gameplay vero e proprio, di solito tallone d’Achille di Suda 51 e compagni. Killer is Dead conta infatti un sistema peculiare sempre basato sul tempismo e sulla difesa. In pratica, non avrete combo multiple, solo serie di colpi veloci e attacchi spezza guardia. Inizialmente non potrete fare molto altro, a parte sparare proiettili di sangue con il braccio bionico di Mondo, il Musselback, ma avanzando le capacità del protagonista si amplieranno a forza di cristalli droppati dai nemici morti, che potranno venir spesi in un comodo menù di potenziamento per ottenere tecniche e capacità passive. Verso metà gioco il sistema diventa quindi più curioso e raffinato, con una certa enfasi sulla necessità di accumulare sangue dai nemici in modo da usare varie esecuzioni in serie sugli avversari non corazzati, e sul non farsi colpire per accumulare punti combo e con essi guadagnare velocità negli attacchi. Certo, ci mettono del loro anche i nemici, che oltre a vantare attacchi diversificati spesso sono rinforzati e molto resistenti, molto agili, o da uccidere dalla distanza col sopracitato Musselback. Conquistando donzelle nella modalità Gigolò e avanzando nell’avventura, si ottengono poi altre varianti del braccio di Mondo, tra cui un fucile a pompa congelante, una potente trivella, e un cannone energetico esplosivo, tutti alimentati a sangue.
Da esultanza in curva invece il sonoro, con doppiaggi di qualità degna (anche se la voce irritante della giovane Mika vi farà maledire il cielo più e più volte), e una soundtrack di quelle da manuale, che balza dai classici di Dvorak al rock con una grazia da pantera. D’altronde dietro c’è il solito Yamaoka, ed è una garanzia.
Scarsina la longevità. Saltando le missioni secondarie, il gioco si finisce in circa sei ore, e complessivamente non vi terrà impegnati per più di una decina anche dedicandosi a ogni attività presente. Certo, trattasi di action game rigiocabile, quindi potrebbe rubarvi anche mesi secondo quanto desiderate perfezionare i vostri punteggi ed esplorare ogni pertugio.
Valutazione: 8/10