Watch Dogs non è un’opera comune, e la cosa la si nota all’istante quando si prende in considerazione il suo genere di appartenenza. Parliamo di un open world, titoli enormi e ricchi di contenuti, i cui principali esponenti targati Rockstar hanno sempre navigato a vele spiegate grazie a un vento poderoso chiamato narrativa. L’epopea di Aiden Pearce, cyber vigilante e hacker abilissimo in grado di intrufolarsi ovunque con il suo smartphone, è di una banalità rara. Una semplice storia di vendetta, per una giovanissima nipote morta dopo un attentato finito male, causato da un colpo non riuscito.
C’è un sistema di moralità nel gioco, una barra che si riempie o svuota in base alla distruzione provocata da Aiden e alle sue azioni da paladino della giustizia, ma serve a poco o nulla. Il protagonista rimane costantemente un enigma, una personalità tratteggiata male che non dà mai l’impressione di svilupparsi realmente o mutare in base alle azioni compiute. In parole povere, una tremenda occasione sprecata.
Con il suo cellulare Aiden ha accesso a qualunque veicolo si trovi in strada, moto, autocarri o auto sportive che siano. La guidabilità è più che buona, i mezzi sono diversificati e c’è persino una app che permette di acquistare e ordinare veicoli online. Le cose cominciano tuttavia a brillare davvero quando si inserisce nel mix il succitato hacking. Se inseguiti o inseguitori non potrete fare fuoco alla guida, ma avrete a disposizione il vostro fidato smartphone, e modo di accedere a tutta l’elettronica presente per strada. Nel mondo invaso dalla rete del gioco lo smartphone è un telecomando capace di alzare coperture, prendere il controllo di telecamere per visualizzare al meglio la posizione dei nemici e marchiarli, bloccare le comunicazioni per evitare rinforzi, o far esplodere condutture e circuiti per eliminare all’improvviso antagonisti ignari. dd
Il vostro cellulare ultra tecnologico non si limita peraltro a un utile strumento di morte. Per certi versi, è lui a offrirvi tutte o quasi le quest secondarie del gioco. Per accedere ai dati di un distretto, e controllarne la rete, è necessario hackerare delle speciali stazioni CtOS, che non sono altro che gli enigmi ambientali citati poco fa.
Essendo ambientato in un mondo totalmente connesso e hackerabile, non stupisce che in Watch_Dogs il team di sviluppo si sia dedicato parecchio anche al multiplayer. Persino qui gli sviluppatori si sono ispirati parzialmente alle loro esperienze passate, ma le hanno ritoccate ed evolute, ottenendo un buon comparto multigiocatore. Se connessi a internet, non solo avrete modo di usare una stramba variante di Foursquare nelle zone turistiche di Chicago, ma vi verrà data la chance di invadere le partite altrui, in una sorta di mini sfida tra hacker che può prendere pieghe inaspettate. Una volta entrati nel mondo del nemico assumerete la forma di un passante, e a quel punto dovrete hackerare il suo cellulare da distanza di sicurezza e allontanarvi per evitare di venir scoperti dallo scan del suo smartphone. Da lì sarà una gara di difficoltà crescente per rimanere nascosti e fingersi un npc, a dovuta distanza dal vostro inseguitore. In palio non ci sarà solo la gloria, ma dei punti notorietà legati all’online, con cui si possono ottenere varie skill. Nulla di particolarmente importante per il singleplayer, ma resta un contentino piacevole per chi vuole dedicarsi alla parte competitiva del gioco. La sfida diretta tra hacker non è nemmeno la sola modalità, c’è molto altro. Evitatela e vi ritroverete in scontri estremamente caotici simili al cattura la bandiera, gare automobilistiche, o inseguimenti tra guardie e ladri, dove un utente scappa e l’altro gli scaglia contro le forze dell’ordine. Quest’ultima opzione è inoltre legata a doppio filo alla app mobile del titolo, un programma che mostra le vostre statistiche in rete e permette di controllare dall’alto l’inseguimento, con tanto di trappole attivabili con un tocco. Un lavoro di una certa qualità insomma, che potrebbe conquistare più di un giocatore. Dubitiamo che si formerà una forte community competitiva attorno al titolo, ma la presenza di questi passatempi extra non può che essere gradita.
Chiudiamo con il comparto tecnico, il fattore che forse ha scatenato i dibattiti più accesi riguardanti l’opera di Ubisoft. Premettiamolo subito, Watch_Dogs è un gioco di tutto rispetto a livello grafico, un open world affinato, ambientato in una città vibrante e modernissima, con modelli poligonali dettagliati (specialmente i volti dei personaggi primari, espressivi e morbidi), effetti d’illuminazione molto rifiniti e un sacco di stile. Non è però la meraviglia grafica che alcuni speravano di vedere, quindi evitate di approcciarvi al titolo con aspettative esagerate o rimarrete delusi. Di altissima qualità il sonoro, con doppiaggi degni, e una colonna musicale di tutto rispetto, di quelle da ascoltare e riascoltare mentre si sfreccia in auto per le strade di Chicago. Il doppiaggio italiano sembra a sua volta pregevole, anche se un paio di momenti con voci miste ci fanno preferire il parlato originale.
Difficile infine lamentarsi per la longevità. Solo la campagna principale si attesta facilmente attorno alle 20 ore, e il numero di missioni secondarie, unito al multiplayer e ai minigiochi, garantisce contenuti sterminati. La mappa di Chicago non è gigantesca, risultando più vicina a quella del quarto Grand Theft Auto che all’enormità dell’ultima fatica Rockstar, ma fatevi catturare dalla giocabilità di Watch_Dogs, e resterete incollati allo schermo per molto, molto tempo.
Valutazione: 9/10