Final Fantasy XIV: a Realm Reborn stupisce di primo acchito. Dalla creazione del personaggio al level cap, la nuova fatica di Square Enix mostra il notevole lavoro di ristrutturazione e di restyling eseguito dal team di sviluppo in questi anni.
Come prima cosa è bene precisare che ci troviamo di fronte ad un gioco che ibrida le meccaniche del singleplayer a quelle del massive game. Il titolo della software house giapponese propone degli ambienti contraddistinti da grandi spazi aperti da esplorare, migliaia di utenti con i quali interfacciarsi, dialogare e scambiare oggetti e un quantitativo di quest e attività davvero incredibile.
Il character design è tipicamente nipponico. Una volta delineati i tratti somatici del personaggio, passiamo alla scelta della classe, che stabilirà il modo di approcciarci al combattimento e al gioco. Il class system è senza dubbio qualcosa d’inusuale, molto simile a quello del tanto atteso The Elder Scrolls Online: abbiamo infatti un livello generico del personaggio, al quale si aggiungono i livelli dei singoli mestieri intrapresi dall’avatar. Il gioco offre la bellezza di 19 classi suddivise in due famiglie e quattro discipline: 8 di queste riguardano il combattimento, mentre le restanti 11 si riferiscono alle lavorative. Nella fase di creazione del personaggio potremo scegliere solo dalla prima categoria, rispettivamente tra discipline della guerra e discipline della magia. La distinzione è ovvia, e se nella prima vi troviamo tutte quelle classi che approcciano il combattimento con armi tradizionali, che siano in mischia o a distanza, nella seconda c’è di mezzo la magia e artefatti magici non convenzionali. Tra le fila dei discepoli della guerra troviamo il Gladiator, che combatte con spada e scudo, nella maniera più tradizionale del guerriero, mentre il fratello maggiore il Marauder, preferisce un approccio più spaccone, sfoderando una poderosa e pesante ascia a due mani. Il Lancer gradisce mantenere una certa distanza dal nemico, e lo fa stringendo fra le mani lancia, alabarda o tridente, mentre nelle retrovie troviamo l’Archer, che incocca la freccia e prende la mira con il suo arco. Ma il più impavido è certamente il Pugilist, che ripudiando ogni strumento bellico fa affidamento sui soli pugni e sulle arti marziali. Dalla parte opposta ci sono invece i maestri delle arti arcane, come il Conjurer, che si avvale delle forze della terra e del vento, abile anche nella nobile arte della guarigione. Il Thaumatuge, d’altro canto, preferisce il potere distruttivo del fuoco, dei fulmini e della tempesta per colpire il nemico. Infine c’è il più quieto Arcanist, in grado di incanalare la magia allo stato puro evocando una creatura che combatta al suo fianco. Esiste la possibilità di multiclassare il personaggio, affinché unisca le abilità e i tratti della classe primaria, con i poteri e le competenze della secondaria e della terziaria. Ottimo invece il comparto audio, in particolar modo per le composizioni sonore che accompagnano, esplorazione, combattimento e momenti salienti del gioco. La palette musicale è varia ed eclettica, portando avanti la tradizione del franchise e di Nobuo Uematsu. Il titolo è completo e ottimamente realizzato. La storia principale è ben realizzata e le quest secondarie sono numerosissime.
Valutazione: 8.5/10