Esattamente come avveniva in Bastion, Transistor ci lancia nel bel mezzo dell’azione senza troppi complimenti, spiegandoci le meccaniche di base e lasciandoci lo spazio di comprendere il resto attraverso l’esperienza.
Fin dalle primissime battute il gioco trasuda dello stile a cui Supergiant Games ci ha abituati, portandoci in un mondo che possiamo definire solo come incantevole. Le vette artistiche raggiunte in Transistor sono semplicemente straordinarie, e vengono accompagnate da musiche realizzate dallo stesso duo indipendente che si era occupato di Bastion, Darren Korb e la bella Ashley Barrett, con una narrazione affidata ancora una volta al grandissimo Logan Cunningham.
Per comprendere appieno la potenza visivo-espressiva di Transistor è possibile pensare ad una fusione pressoché perfetta tra il più classico sci-fi cyberpunk e lo stile Liberty degli inizi del ‘900, magari con una spruzzata di Innocence, il capolavoro di Mamoru Oshii, seguito di Ghost in the Shell.
Nei panni della cantante e diva Red, apprenderemo i retroscena della trama solo giocando, attraverso un sistema narrativo per alcuni aspetti simile a quello di Bastion. Ruolo fondamentale avranno gli innumerevoli contenuti testuali che sbloccheremo nel corso dell’avventura, che ci permetteranno di approfondire sui personaggi.
La nostra storia inizierà nel momento in cui troveremo Transistor, una spada che farà da narratore all’intera vicenda, capace di assimilare le conoscenze delle persone uccise. Questo espediente ci permetterà di apprendere un gran numero di abilità nel corso dell’avventura, abilità legate a personaggi deceduti di cui potremo svelare storie e background.
La gestione delle skill è davvero approfondita, originale e molto più intuitiva rispetto a quanto avveniva in Bastion. Potremo impostare fino a quattro abilità attive, da collegare ai quattro pulsanti principali del pad. Ciascuna abilità potrà essere impostata sia in modalità attiva, che passiva, che di supporto. Il supporto è particolarmente utile, e permette una notevole libertà di sperimentazione, garantendo un adattamento a qualsiasi tipo di approccio al combattimento.
Proprio il sistema di combattimento si rivela solido, malleabile, molto semplice da apprendere nelle meccaniche di base, estremamente gratificante sul lungo periodo.
Il fattore rigiocabilità resta in ogni caso elevato, più che altro grazie all’eccellente battle system, che spingerà numerosi giocatori a lanciarsi nel New Game Plus (Recursion) dopo aver terminato l’avventura una prima volta. La modalità Recursion ci permetterà di mantenere il nostro livello e le varie abilità, ma ci porrà innanzi a un nuovo livello di sfida. Gli avversari saranno diversi, alcune locazioni di scontro varieranno, e la generale impostazione di gioco saprà gratificare chi semplicemente desiderava ancora qualche ora di immersione nelle sublimi ambientazioni del gioco.
Valutazione: 8/10